Archeologia: Secondiano, Veriano e Marcelliano martiri di Castrum Novum

 Castrum Novum
Castrum Novum

Secondiano, Veriano e Marcelliano

martiri di Castrum Novum

di Alessandra Squaglia

Castrum Novum,colonia romana dedotta nel III secolo a.C. e situata nel territorio di Santa Marinella, in corrispondenza all’attuale Casale Alibrandi lungo la Via Aurelia presso Torre Chiaruccia,oltre ai preziosi dati di scavo desunti dalle campagne archeologiche condotte a partire dal 2010 dal Museo del Mare e della Navigazione Antica e dalle Università di Lille e Amiens, ha restituito all’interesse degli studiosi una complessa questione agiografica riguardante i santi Secondiano, Veriano e Marcelliano, considerati dalle fonti antiche martiri dell’antica città romana.

Il Martirologio Geronimiano,il più antico catalogo dei martiri della Chiesa, e una Passio composta tra il V e il VI secolo riportano i nomi dei tre santi al 9 agosto. I dati topografici riportati dai diversi codici del Geronimiano risultano alquanto imprecisi. Il luogo del martirio nel Codex Epternacense è indicato semplicemente in Tuscia; il Wissemburgense indica in Colonia mentre il Bernense specifica In Colo(n)ni Tusciae via Aurelia miliario XV .

La passio, attribuibile al VI secolo, giunta sino a noi attraverso tre redazioni manoscritte non anteriori all’XI secolo, non prive di incoerenze di dati, presenta i tre martiri come romani dottissimi che si convertono al cristianesimo dopo aver letto e commentato la IV ecloga di Virgilio. Battezzati da Timoteo vengono arrestati dal prefetto Valeriano su ordine dell’imperatore Decio. Inviati a Centumcellae, vengono condannati alla decapitazione da Quarto Promoto il 9 agosto. I loro corpi, gettati in mare, vengono recuperati  dal servus Dei Deodatus e sepolti nello stesso luogo dove erano stati decapitati.

La seconda redazione della passio colloca il luogo del martirio al LXII miglio da Roma,mentre la terza redazione fornisce una ulteriore precisazione topografica indicando Coloniacum qui dicitur Colonia e localizzando il culto dei tre martiri a Tuscania nella basilica di San Pietro.

Il confronto dei dati forniti dal martirologio con quelli desunti dalla passio portò ad identificare il luogo del martirio con Castrum Novum  o Colonia Iulia Castrumnovum lungo la Via Aurelia, a quattro miglia da Centumcellae. Questa ipotesi però non valutò un elemento di fondamentale importanza, ossia la distanza in miglia espressa dalla Passio (LXII ossia 62 miglia da Roma) e non coincidente con la collocazione topografica della colonia castronovana (XLII cioè 42 miglia da Roma).

In seguito si tentò di risolvere tale incongruenza, avanzando l’ipotesi di un errore di trascrizione da parte del redattore della Passio. In tal caso il numerale LXII potrebbe rappresentare una svista da parte della tradizione manoscritta che avrebbe invertito le prime due cifre indicanti le miglia alterando  così il computo esatto che per riferirsi alla Colonia Iulia Castrumnovum doveva necessariamente essere indicato dalla cifra XLII.

Di contro a questa interpretazione che considera Secondiano e soci martiri autentici di Castrum Novum, nuovi studi hanno proposto una nuova ipotesi che porta a localizzare l’epicentro del culto presso Graviscae, l’antico porto romano dell’odierna città di Tarquinia. L’indicazione topografica del luogo del martirio contenuta nella terza redazione del testo così come è espressa dall’autore non darebbe adito a dubbi. Infatti il luogo qui appellatur Coloniacum qui dicitur Colonia sexagesimo secundo miliario Urbis Romae corrisponderebbe al territorio di Graviscae o meglio Colonia Graviscos secondo la denominazione imperiale, la cui distanza in miglia da Roma corrisponde perfettamente all’antico porto di Tarquinia.

Nell’ambito dello studio agiografico le indicazioni topografiche necessarie per localizzare i luoghi della tradizione necessitano anche di un sostrato monumentale in cui riconoscere l’attendibilità storica di un culto. Mentre per Castrum Novum si era sottolineata l’assoluta mancanza di dati monumentali cristiani che potessero suffragare l’ipotesi scaturita dall’interpretazione della passio, per Graviscae ci troviamo di fronte ad una situazione non priva di interessanti “puntelli” storico-archeologici. La figura di Deodatus, servus Dei, potrebbe essere identificato con un vescovo o un alto prelato legato alla diocesi di Tarquinia, appartenenza sottolineata dall’interesse di seppellire i corpi ritrovati nello stesso luogo del martirio. L’esistenza di una chiesa intitolata a S. Secondiano sulla strada per il Lido di Tarquinia, in rovina dal XIV secolo potrebbe essere la prova archeologica  a supporto della passio e l’unica struttura visibile attualmente nell’area suddetta e cioè la cosiddetta Torre degli Appestati, potrebbe costituire l’unico elemento superstite dell’ antico edificio di culto.

Questa interpretazione chiarirebbe l’origine del culto di S. Secondiano e la grande  devozione popolare a lui tributata nella città di Tarquinia dal XIII al XV secolo. Secondiano divenne così il catalizzatore di un culto oscurando i suoi compagni di fede Veriano e Marcelliano.

Ma la complessità della vicenda agiografica è destinata ad acuirsi: oltre Corneto, un’altra città della Tuscia rivendica i martiri: Tuscania dove i resti dei tre martiri sarebbero stati traslati da Centumcellae a Tuscania nel 648, e collocati all’interno della chiesa di S. Pietro.

Quindi l’ipotesi che vede Secondiano, Veriano e Marcelliano martiri castronovani è destinata a scomparire. Pur ammettendo un errore di trascrizione delle miglia e fissando il luogo del martirio nel sito dell’odierna S. Marinella al quarantaduesimo miglio da Roma, ci troveremmo davanti ad un grosso punto interrogativo: come mai non è rimasta nessuna memoria dei tre martiri nella storia del luogo? Il silenzio delle fonti, l’assenza di una tradizione locale afferente al culto si aggiungono alla mancanza di dati monumentali cristiani, gli unici forse che potrebbero restituire a Castrum Novum i suoi santi perduti.

 

(Bibliografia: A. Squaglia, I martiri perduti di Castrum Novum, in F. Enei (a cura di), Castrum Novum.Storia e archeologia di una colonia romana nel territorio di Sant Marinella. Quaderno 2, Acquapendente (VT), 2013, pp. 68-71).

 

 

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