Aperta la mostra sul Cementificio Cerrano di Santa Marinella.

SANTA MARINELLA – Si è aperta ieri allo Sporting Club, la mostra sul Cementificio Cerrano di Santa Marinella. Un progetto artistico di Rakele Tombini e degli studenti del Liceo Artistico Caravaggio di Roma Margherita Antonucci, Federica Bettelli, Simona Catalani, Fabiola Chowdhury, Ilaria Pennacchietti e Giacomo Manzi. L’iniziativa è stata curata da Susanna Horvatovicova in collaborazione con il professor Livio Spinelli. Un gruppo di studenti del Liceo artistico insieme alla loro insegnante, hanno organizzato questa mostra per illustrare una loro ricerca sull’ex Cementifico Cerrano, finalizzata a una ipotesi di progetto artistico di riqualificazione dello stabilimento e dell’annesso villino Cerrano, un volta abitazione del Direttore Chimico. La mostra comprende schizzi, disegni, rilievi, fotografie realizzati dagli studenti del Liceo ed un’installazione ambientale della coordinatrice del progetto.

 

Il cementificio venne fondato da Giuseppe Cerrano nel 1898, esso oltre allo stabilimento comprendeva il villino, alloggi per gli operai, laboratori, forni per la produzione di cemento, una centrale elettrica a carbone ed era collegato alle cave di calcare limitrofe con una serie di teleferiche, ed era collegato con una rete ferroviaria al porto di Santa Marinella. All’epoca, gli alloggi, potevano ospitare fino a 200 operai e l’edificio era abbellito con una facciata di maioliche decorate con l’intento di creare un ambiente piacevole di riposo, secondo lo spirito modernista di inizio secolo. L’intera struttura fu abbandonato negli anni ‘40 e oggi si trova in uno stato di forte degrado, nonostante sia sotto la tutela della Soprintendenza dei beni artistici e culturali della Provincia di Roma e faccia parte delle zone classificate come “archeologia industriale” e sia considerato un ottimo esempio del Modernismo e dello stile Liberty italiano. Il progetto dei giovani artisti romani è partito dalla ricerca dell’identità del luogo e dall’ipotesi di riqualificazione dell’area industriale dismessa. Le loro tavole progettuali vanno considerate come proposte di restauro e tentativi di ripristino dei rilievi, ornati floreali e vegetali in cemento che decorano il vasto giardino, le facciate, gli interni degli alloggi, i quali conservano a tutt’oggi un certo valore storico artistico.

 

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