XXII edizione del Premio Nazionale di Poesia “Santa Teresa 2015” – Rosignano Solvay

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Nella XXII edizione del Premio Nazionale di Poesìa “Santa Teresa 2015” – Rosignano Solvay (Li) –  Santa Marinella ha fatto la sua ottima figura conseguendo, il Prof. Luciano Pranzetti, il primo premio e  Giovanni de Paulis il quarto, con le rispettive composizioni: “Il tuo rosario, o madre” e “La vita”.  Questo risultato sancisce e legittima la validità dei due poeti che hanno già, in precedenti edizioni, scalato i primi posti della classifica in un lotto di oltre cento partecipanti. De Paulis, che in altri  numerosi concorsi nazionali ha spiccato primi secondi e terzi posti, vanta in questo di Rosignano un primo e un terzo premio mentre Pranzetti, lo scorso anno, per la prima volta partecipando, si è piazzato al terzo.

 

Desideriamo spartire, cara redazione, la nostra personale soddisfazione con te e con quanti, amici e conoscenti, ci hanno sempre seguito e stimolato e, con questo motivo, dedicare alla nostra cittadina il pregio e il prestigio di questa riuscita. Diseguito troverete le composizioni pubblicate.  La cerimonia di premiazione è stata fissata per il giorno 26 settembre, alle ore 16,00 presso il teatro parrocchiale di Rosignano Solvay.

LA VITA
di Giovanni de Paulis

Mentre che andavo a prendere il giornale
dal tabaccaio dentro al vicoletto,
ho visto che da un grosso cassonetto
sporgeva un alberetto di Natale.

Aveva ancora qualche ciondoletto,
la neve di bambagia e un bel puntale.
A quel vedere son rimasto male
perché guardando bene quel quadretto.

Vi ho visto quel percorso che la vita
riserva a tutti quanti senza scampo
ed anche se ci pare ch’è infinita…

Son solo sogni! Lei, senza riguardo,
passa per tutti uguale, e come un lampo
ci fa trovar vicini a quel traguardo

anche se sei gagliardo
com’era poco fa quell’alberetto
che sporge, triste, da quel cassonetto

Io, con malinconia,
gli faccio una carezza sul puntale
e, mesto vado a prendere il giornale.

Chissà quant’è la gioia che ha donato
quando lui stava lì, in quell’angoletto
pieno di cose belle e inghirlandato
da nastri, palle e qualche regaletto.

Al figlioletto, tutto emozionato,
ai genitori, e pure a quel nonnetto
che tremebondo e tutto indaffarato
l’addobba meglio assai d’un architetto.

Questo è successo solo un mese fa’,
e adesso che la festa è già finita
l’hanno gettato via senza pietà.

E lui sembra che dorme, rassegnato,
perché ha capito che così è la vita:
è inutile pensare a quel passato

nel quale sei stimato
finché tu dài, qualunque cosa sia,
ma quando non dài più ti buttan via.

 

IL TUO ROSARIO, O MADRE
di Luciano Pranzetti

Pende, dal Crocifisso fitto al muro,
sopra il mio letto, o madre, il tuo rosario,
a te compagno tacito e sicuro
nell’ascesa al Calvario.

Non v’ha decina alcuna che sia intera,
ché lo scorrer dei grani fra le dita
le consumò, tu, assidua alla preghiera
com’eri nella vita.

Nel corso inesorabile degli anni,
cadder le perle come lievi rose,
tra caste gioie e amaricanti affanni
che a te il Signor dispose.

Ricordi? Inerme ostaggio alla narcosi,
nel letto d’ospedale, mi vegliavi,
e, in silenzio, i misteri dolorosi
assorta contemplavi;

o quando, in quel lontan tredici maggio,
un sabato di sol pomeridiano,
al termine giungesti del tuo viaggio
col tuo rosario in mano.

Talor, sai? quando a notte il sonno è assente,
parmi sentir vagare un bisbiglío,
e un litaniar come alito fluente
fatto d’accento pio.

Ė la tua voce, o madre, che permane
qual melodioso cadenzare e lento,
tra i grani stinti. E allor, nell’ombre vane
sorrido e m’addormento

Pende, dal Crocifisso fitto al muro,
sopra il mio letto, o madre, il tuo rosario,
a me compagno tacito e sicuro
nell’ascesa al Calvario.

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