Mese: Luglio 2019

Piro: intervista a un rapper di Santa Marinella

Dario Piroli è un ragazzo di Santa Marinella, classe 1994, e nei suoi venticinque anni ha maturato due grandi passioni: la cucina e la musica. La prima è appagata dalla sua professione di chef qualificato; la seconda trova sfogo calcando il palco.

In arte “Piro”, lo abbiamo incontrato, per parlare di lui, dei suoi progetti e del prossimo evento a cui parteciperà, proprio nella sua città, il 25 luglio al Santa Young Music Festival che, nelle ultime settimane sta dando la possibilità a giovani artisti del comprensorio di far ascoltare, in piazza, di cosa sono capaci.

Ciao Dario, anzi Piro, la prima domanda è di rito: realizzi i tuoi brani, scrivi i tuoi testi e li porti sul palco, ma questa tua passione come nasce?

Penso che sia innata: scrivo quello che vivo, ma soprattutto, mi diverto.

Il tuo genere…

Rap, pop… spero abbastanza orecchiabile per tutti…

E il sound?

Per il sound mi affido a mio cugino, Michele Manca

Il tuo primo brano è stato pubblicato da poco: secondo te, quale accoglienza gli riserverà la tua citta, Santa Marinella?

Spero buona… su Spotify, il brano ha già raggiunto le 3.000 stream nella prima settimana e su YouTube ha superato le 2.000 visualizzazioni in un mese. Essendo un giovane emergente, per me questi sono già dei traguardi.

Un verso scritto di tuo pugno che ti rappresenta…

“Resto per la strada un cane abbandonato”, tratto dal testo di “Scrivo”…

…e una canzone di altri che avresti voluto scrivere tu?

Ce ne sono tante: sceglierne una sarebbe riduttivo, ma il testo di “A te” di Jovanotti mi è particolarmente caro.

Che genere di musica ascolti?

Ovviamente, al primo posto c’è il rap, ma ascolto tutti i generi: dipende anche dallo stato d’animo del momento…

Musica e cucina: quali sono le tue passioni oltre a queste?

Viaggiare: è una delle mie più grandi passioni, al punto che mi sono fatto tatuare un aereo sul petto, proprio a sottolineare l’importanza che ha per me il viaggio e il viaggiare.

Quali sono i gli obiettivi che ti sei prefissato?

Per ora il mio obbiettivo è divertirmi con quello che faccio, ma penso anche a migliorarmi, con lo studio.

Come nascono i tuoi testi?

Di notte: penso a quello che vissuto e mi ispiro per scrivere le parole dei miei pezzi.

Dei tuoi brani quali consideri il tuo cavallo di battaglia?

Per ora ho pubblicato un solo brano, quindi direi che va considerato quello per ora: “La guerra dei sensi” accompagnata da una produzione e ascoltata su Internet.

Qual è la tua prossima uscita?

Con mio cugino Michele Manca, che è anche il mio principale collaboratore, stiamo lavorando su svariati pezzi, ma non so ancora quale sarà il prossimo che pubblicheremo. Sperò, però, che ci sia una nuova uscita a breve…

Che effetto fa salire sul palco?

Provo un’emozione fortissima che mi fa alzare al massimo l’adrenalina.

Visto che il tuo brano s’intitola “La guerra dei sensi”, riesci a descriverla con una sola frase?

Parla della delusione di una storia finita e la consapevolezza di non rivivere più determinati momenti con una persona.

Quando l’hai scritta?

Tanto tempo fa: avevo diciannove anni.

Quando potremo vederti dal vivo sul palco?

Giovedì 25 luglio, a partire dalle 21:30, mi esibirò a Piazza Trieste, qui a Santa Marinella, per il Santa Young Music Festival, insieme ad altri artisti della mia città e volevo invitare tutti a venire per supportare la nostra musica, ascoltandola. Spero che venga più gente possibile.

Grazie, Piro, e ci uniamo al tuo invito alla nuova serata di questa iniziativa estiva rivolta ad artisti emergenti come te.

Buon viaggio, Marcello

Ieri un amico ha iniziato a percorrere il suo ultimo viaggio. Per un uomo come lui che amava viaggiare, questa forse è la metafora migliore: dalla Somalia, al seguito di SIP, ai racconti dei viaggi in giro per l’Italia e l’Europa, ma anche solo al jogging e alla bicicletta, con una nuova idea per andare a esplorare e visitare questo o quel luogo. Marcello era anche questo: un uomo che adorava viaggiare, scoprire e sapere.

Un uomo generoso che sapeva circondarsi di amici e che molto era disposto a dare a chiunque ne avesse avuto bisogno. Un uomo che amava le persone e la natura, sempre legato al suo orto, anche se chiunque lo visitasse, restava incantato dall’aspetto più simile a uno stupendo giardino, immerso nelle colline, circondato di alberi, con il laghetto artificiale delle carpe, il prato con la vista sugli ulivi. Immancabili i racconti con gli animali: dai gatti, che adorava, ai tanti selvatici incontri che solo chi vive in campagna può raccontare, con quel misto di stupore e orgoglio nell’aver visto o avvicinato questa o quella creatura, che in tanti, al massimo, hanno letto su un libro o visto in un documentario.

Marcello era questo: un uomo buono, maturo, con una vita piena e esperienza di vita che non lesinava di condividere, soprattutto con noi di TeleSantaMarinella.TV, tutti dell’età giusta per essere suoi figli e nipoti. Per noi era un amico, ma anche qualcosa di più: se TeleSantaMarinella.TV esiste ancora e non si è fermata alle prime difficoltà, lo si deve anche al fatto che Marcello non ha mai mollato.

Non era un presidente: era il NOSTRO PRESIDENTE.

Ci spronava, ci seguiva, ci consigliava. Se eravamo stati bravi ci avrebbe lodato; quando mancavamo il tiro ci avrebbe dato una parola di conforto. Ad ogni TG, ad ogni ripresa, cercava di essere presente, lì al nostro fianco, almeno una volta la settimana, tutte le settimane, fin dal primo giorno che TeleSantaMarinella.TV è nata, tanti anni fa e ha seguitato ad essere sempre al nostro fianco fino all’ultimo, anche quando altri non ci credettero e restammo solo in tre, spingendoci a farla rinascere e poi anche quando la vita ha inevitabilmente costretto alcuni di noi verso altre strade, com’è giusto che sia. Però lui rimaneva come tramite tra tutti noi: TeleSantaMarinella.TV, grazie a Marcello, non era solo un gruppo limitato a un progetto, ma un insieme di amici, amicizie che, in realtà seguitano. Marcello ci chiedeva sempre come stessimo o se avevamo notizie di coloro che erano andati più lontano. Aveva questa visione dell’associazione come una sorta di famiglia e di questo gliene saremo sempre grati.

La vita, appunto ci allontana, e ora anche lui è stato costretto a percorrere un’altra strada.

Con tanta sofferenza nei nostri cuori, non possiamo far altro che salutarlo e augurargli un buon viaggio, tutti noi che siamo rimasti qui, gli amici e la sua amata Rita, la donna con cui aveva deciso di passare il resto della sua vita e che lo seguiva in tutte le sue avventure, rimanendogli al fianco fino all’ultimo momento.

Ti vogliamo bene, Marcello.

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