Avvocato Vincenzo Dionisi

Casa Famiglia Monello Mare: confermati i domiciliari.

La villa sede della casa-famiglia Monello Mare
La villa sede della casa-famiglia Monello Mare

SANTA MARINELLA – Confermati gli arresti domiciliari per il responsabile della casa famiglia “’Il Monello Mare”, chiusa la scorsa settimana per presunti abusi e maltrattamenti ai danni degli ospiti minorenni. La decisione del gip Chiara Gallo di respingere la richiesta dell’avvocato difensore del dottor Fabio Tofi, non ha colto di sorpresa il legale, considerato che, alla vigilia della decisione del giudice per le indagini preliminari, l’avvocato aveva esplicitamente detto che, se la conferma dell’atto restrittivo per il suo assistito fosse stato utile per dare agli inquirenti la possibilità di fare con più tranquillità le indagini, lui lo avrebbe accettato ben volentieri.

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Blitz alla casa famiglia. L’avvocato difensore Dionisi: “ci vuole molta cautela”

SANTA MARINELLA – E’ lo stesso avvocato Vincenzo Dionisi, legale di F.T. il titolare della casa famiglia di via Raffaello accusato di gravi reati nei confronti di una ragazza ospite della struttura protetta, a comunicare ai cronisti che l’interrogatorio del suo assistito avverrà questa mattina alle 12 davanti al Gip Chiara Gallo. Il legale, dopo il primo momento di clamore causato dalle notizie che rapidamente hanno fatto il giro della città e dell’intera nazione, ci tiene a descrivere il gestore del Centro Residenziale Educativo terapeutico come persona molto conosciuta e incapace di commettere reati simili. “Le accuse vanno trattate con molta delicatezza – dice l’avvocato Dionisi – perché bisogna anche valutare da chi vengono esternate. Per cui vanno visti i riscontri, analizzati i fatti e poi fatte le giuste considerazioni. Ci vuole molta cautela perché è facile distruggere una persona, sia professionalmente che fisicamente, per poi riscontrare che la realtà può essere diversa. Davanti al Gip porteremo documentazione che dimostrerà che le dichiarazioni di chi lo accusa sono infondate. Purtroppo a volte le case famiglia vengono interpretate come luoghi di restrizione per i ragazzi che sono costretti a frequentarle e quindi non accettano la situazione prendendosela con chi le gestisce”. Sicuramente, anche i figli di F.T. si dicono sorpresi dell’operazione di polizia. “La denuncia se non sbaglio – dice V.T. – risale ad un anno fa quando io ero fuori Italia – sinceramente non capisco cosa sia successo e le cose le ho lette questa mattina sul giornale”.