L’avviso di garanzia per il Sindaco che riguarda il capannone ristrutturato nel quartiere Combattenti

SANTA MARINELLA – Dopo essere stato raggiunto da un avviso di garanzia per la nota vicenda del capannone ristrutturato nel quartiere Combattenti, il sindaco Roberto Bacheca si è recato ieri mattina negli uffici della Procura di Civitavecchia accompagnato dai suoi legali, per spiegare la sua posizione in merito al provvedimento emesso dalla Procura stessa in merito al presunto reato di abuso d’ufficio. “Questo è da considerarsi una comunicazione doverosa del fatto che si stanno svolgendo delle indagini – affermano i legali di Bacheca – per cui deve essere valutato come un atto a sua tutela, in quanto gli ha consentito di fornire spiegazioni e chiarimenti in merito a quanto contestatogli. Va aggiunto che, comunque, gli dovranno essere comunicati ulteriori atti investigativi per poter permettere ai sottoscritti di valutare la situazione e fornire le dovute documentazioni difensive. Ulteriori comunicazioni tuttavia, saranno fornite conseguentemente proprio agli atti successivi all’investigazione”.

La vicenda aveva preso il via quando era stato presentato un esposto indirizzato a diversi organi istituzionali, che chiedevano un intervento su un capannone che era stato ristrutturato ultimamente ma che era presente in quel sito da oltre venti anni. L’interrogazione presentata dai consiglieri regionali del Movimento Cinque Stelle Silvia Blasi e da Devid Porrello, rimarcava che a seguito di un esposto presentato dalle Guardie Ambientali Ecologiche e dall’associazione “I cittadini contro le mafie e la corruzione” su un presunto illecito certificato dai Vigili Urbani e chiedevano di sapere se gli abusi edilizi riscontrati erano stati comunicati agli uffici regionali preposti e cosa intendesse fare la Regione in merito. Il coinvolgimento del sindaco è dovuto al fatto che i lavori eseguiti, secondo i firmatari dell’esposto, erano privi di concessione edilizia che avrebbe dovuto essere rilasciata dall’ufficio comunale competente. Non essendoci questi presupposti, quindi, Bacheca non avrebbe dovuto rilasciare l’autorizzazione alle opere di ristrutturazione di un capannone collocato su un terreno dato in concessione al Comune ma di proprietà dell’Arsial.

 

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