Bruxelles, la voce dell’europa della società civile

 

Riceviamo e pubblichiamo. Bruxelles, 21 novembre 2015 (dai nostri inviati*)– “Creare lavoro non basta: per combattere la povertà serve che i cittadini vengano trattati con dignità e che tutti i diritti come il cibo, l’istruzione, la salute, il lavoro, la casa, un reddito minimo adeguato non siano un opzione, ma una realtà concreta” – queste le conclusioni del quattordicesimo meeting europeo “Persone in Povertà”, organizzato da European Anti Poverty Network (EAPN), tenutosi a Bruxelles il 19 e 20 novembre. Due giornate cariche di emozioni, condivisione di idee, storie ed esperienze in cui trenta delegazioni, circa 150persone, provenienti da tutta Europa, e composte da persone che vivono in condizioni disagiate, ma anche da persone dedite alla solidarietà, si sono riunite per confrontarsi e affrontare, al fianco di funzionari e politici della Commissione Europea, il tema della lotta alla povertà e delle politiche sociali. Con l’obiettivo di portare all’attenzione dei politici soluzioni concrete mirate all’ottenimento di una maggiore convergenza sociale nell’Unione Europea. In una Bruxelles militarizzata per la lotta al terrorismo, con coraggio. Quest’anno i workshop hanno giocato un ruolo fondamentale nella ricerca di risposte concrete nella lotta alla povertà. Cinque laboratori, divisi in gruppi di sei delegazioni. I punti chiave emersi: la richiesta di ottenimento del reddito minimo adeguato, la necessità di avere accesso ai servizi primari come casa, salute, cure, servizi sociali, istruzione ecc, l’accesso a una buona qualità dell’educazione, la possibilità, per i cittadini, di partecipare attivamente alle scelte politiche riguardanti questioni sociali e non, il coinvolgimento dei politici e dei media per monitorare e rendere più visibili le attività delle associazioni o dei singoli cittadini, e politiche di accoglienza per i migranti. Il Vicepresidente di EAPN Saviour Grima (Malta) in conclusione dei lavori ha commentato: “Abbiamo bisogno di un’Europa consapevole del proprio patrimonio, capace di difendere e costruire, orgogliosamente, una comunità unita dalla sicurezza sociale e dal funzionamento dei servizi adeguati al tempo in cui viviamo. I leader europei devono affrontare una sfida importante per unire un’Europa divisa, un’Europa colpita da crescenti disuguaglianze e da notevole aumento di povertà, un’Europa che rischia, a lungo andare, di voltare le spalle ai più esclusi”

Ogni delegazione ha avuto inoltre la possibilità di allestire uno spazio per presentare i propri progetti e il proprio territorio di provenienza. Foto e messaggi che raccontavano, da una parte, la bellezza dei luoghi di provenienza, dall’altra, quello che molti occhi non vedono: storie di povertà, esclusione e degrado. Verità che spesso vengono celate agli occhi dei cittadini, troppo spesso messi da parte e trattati come semplici spettatori di una storia che invece, dovrebbero scrivere in qualità di attori protagonisti per avere il diritto di essere parte integrante e cosciente del cambiamento. Ma anche il diritto di essere rispettati in qualità di esseri umani e cittadini del mondo. Il diritto di vivere, non di sopravvivere, questo l’assioma fondamentale che riassume, in poche parole, quello che è emerso durante questi due giorni di lavoro, un fondamento che cela, tra le proprie righe, la necessità di continuare a lavorare per la costruzione di un’Europa in cui il diritto di vivere, di lavorare, di avere accesso a tutti i servizi, ai saperi e alla cultura, non sia negato a nessuno, e in cui, inoltre, ci sia pari dignità, uguaglianza e democrazia per tutti, un’Europa, insomma, che sia realmente vicina ai cittadini. L’iniziativa è stata realizzata con il sostegno della Commissione Europea e della Presidenza lussemburghese del Consiglio dell’Unione europea e del fondo EAPN.

* (dai nostri inviati a Bruxelles Francesca Emilio e Nicola Perrone)

 

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