Renzo Barbazza

Bambino Gesù: un problema articolato che interessa tutta la città

Il Bambino Gesù di Santa Marinella è in questi giorni al centro delle preoccupazioni di molti cittadini e di alcuni rappresentanti politici: la fondazione omonima ha deciso di chiudere la struttura che da quasi cento anni è un centro d’eccellenza importante per la città.

L’ospedale Bambino Gesù di Santa Marinella è oggi, in realtà, una piccola struttura poliambulatoriale con poche camere a disposizione, ormai fortemente specializzata, e forse, anche per queste sue caratteristiche, è divenuto un investimento difficile da sostenere per la sola fondazione che lo amministra.

La struttura è ovviamente convenzionata con la ASL ed è possibile eseguire una serie di esami e controlli sanitari direttamente presso il presidio cittadino, permettendo così ad altre strutture analoghe di essere meno ingolfate da richieste e garantendo comunque un servizio pubblico più consono a una popolazione in costante crescita, seppur lenta.

Secondo l’assessore Renzo Barbazza, così come riportato dal blog del giornalista Cristiano Degni: “Il Bambino Gesù è una struttura privata convenzionata con la Regione Lazio. In quanto tale ha la libertà e l’autonomia per decidere cosa fare e non fare, visto che risponde unicamente al Vaticano per le sue progettualità. La Regione può intervenire fino ad un certo punto. Ho avuto due incontri con i vertici del Bambino Gesù a Roma per conoscere i loro intenti e mi è stata confermata la loro volontà di ridurre progressivamente le loro attività fino alla chiusura nell’arco di tre anni. L’amministrazione per intervenire in merito,d’accordo con la ASL Rm4, ha proposto di trasferire gli ambulatori di Via Valdambrini al Bambino Gesù, in affitto, proprio per garantire una continuità storica con una realtà sanitaria a cui la città è fortemente legata da molti anni. Siamo in attesa che il Bambino Gesù ci dia una risposta accettabile e congrua con le esigenze di Santa Marinella e del nostro territorio”.

Il massimo che si è ottenuto è stato rimandare la chiusura al 2021: troppo poco per buona parte delle opposizioni, soprattutto per la variegata compagine di destra.

La Lega, per mano di Roberta Felici, è la prima ad alzare la voce dando una risposta a Barbazza: “Non ci accontenteremo di un assessore che ci dice di aver avuto due incontri con i vertici dell’Ospedale e di aver trattato per far si che, se proprio deve chiudere il polo, “ci si metta la Asl di Valdambrini”. Non ci aspettiamo una risposta burocratica del tipo “non è nostra competenza e non possiamo far nulla”. Ci aspettiamo una risposta POLITICA. Perché la politica a questo serve, a uscire dalle logiche dei vantaggi economici ed organizzativi”. 

Strada diversa quella intrapresa da Fratelli d’Italia, tramite Chiara Colosimo, che in Consiglio Regionale ha presentato una mozione incentrata su quanto siano fondate queste voci; mentre Cuori, tramite l’intervento di Roberta Angelilli, pone l’accento sui problemi che il trasferimento degli uffici della ASL da Via Valdambrini a Lungomare Marconi comporterebbe ai lavoratori, che non sono stati interpellati.

Un problema questo in realtà non indifferente, anche per quanto concerne una questione toccata finora solo di straforo: l’indotto. L’ospedale pediatrico e gli uffici della ASL hanno creato un’economia attorno alle loro strutture, diversa e diversamente distribuita. La chiusura del nosocomio comporterebbe sicuramente un problema per quelle aziende che ruotano attorno alla media degenza, mentre lo spostamento della ASL comporterebbe problemi per un quartiere come quello di Valdambrini, che attorno al movimento generato dagli uffici dell’azienda aveva puntato.

Elezioni comunali 2018: guerra di nomi nel centro sinistra più diviso che mai

Il ministero degli interni ha stabilito ufficialmente la data per le prossime elezioni amministrative per la scelta dei sindaci e dei consigli comunali: il 10 di giugno, dunque anche Santa Marinella andrà al voto, dopo la relativamente breve parentesi del commissario prefettizio.

Eppure, ad oggi, gli schieramenti politici cittadini non sembrano aver ancora le idee chiare sui nomi dei candidati: anzi a essere sinceri, sembrano concordi solo sui nomi che non vogliono vedere comparire, piuttosto che per quelli che vogliono effettivamente candidare.

L’On. Pietro Tidei (PD)

Una delle poche certezze era la candidatura di Pietro Tidei tra le fila del PD che però aveva lasciato perplessi molti esponenti della sinistra santa marinellese, sia per il metodo scelto dai Dem per decidere il loro candidato, sia per l’intransigenza del partito di Renzi nel sentire altre proposte.

Solo Renzo Barbazza, originariamente presentatosi come indipendente, per ora sembra confluire sulle posizioni di D’Emilio e compagni.

Di tutt’altro avviso altri nomi della sinistra, come il Circolo Sandro Pertini, in passato espressione proprio del PD, che oggi propone, insieme ad altri, il nome dell’ex consigliere d’opposizione Stefano Massera, orfano dell’esperienza di Un’altra città è possibile. Il Circolo fa il nome di Massera come proposta alle altre forze della sinistra e afferma di aver ottenuto la disponibilità al dialogo da Lorenzo Casella, candidato de Il Paese che vorrei, ma ammette di aver trovato lo scoglio della rigida posizione del PD ormai forte dell’appoggio dichiarato di Barbazza. Per il Circolo, con quest’assenza di dialogo si fa solo il gioco del centro destra e del Movimento 5 Stelle.

Stefano Massera

Anche Casella non sembra del tutto in linea con i democratici: punta il dito contro chi chiede a gran voce al commissario prefettizio di dichiarare il dissesto finanziario del Comune di Santa Marinella. “La dichiarazione di dissesto è un fatto tecnico che riguarda il rapporto tra i debiti contratti e la relativa possibilità di risanarli e speriamo che questa eventualità sia scongiurata” – ha sostenuto con preoccupazione – “perché il default finanziario di un Comune si traduce in una serie di automatismi che ricadono sulla collettività. Significa imporre tasse alla massima aliquota a tutti, contrarre l’erogazione dei servizi ai cittadini e aumentare le tariffe dei servizi che non possono essere sospesi. Significa anche l’impossibilità di contrarre mutui per la realizzazione di progetti di sviluppo ma il vincolo a contrarne unicamente per estinguere il debito. Significa infine,la svendita dei beni pubblici, la liquidazione di ciò che è rimasto tra i beni patrimoniali comunali e altre eventuali azioni fortemente penalizzanti”.

Infine, sempre in casa PD, circolano su Facebook alcune affermazioni di Stefano Giannini, membro della Direzione Regionale del partito, che pone l’accento  sulla situazione che ruota attorno alla figura di Andrea Bianchi, ex consigliere d’opposizione che alcune voci vorrebbero in rotta con Tidei.

Ora che la data delle elezioni è stata ufficialmente dichiarata, tutti i partiti, i movimenti e le liste civiche dovranno sbrigarsi perché in soli due mesi dovranno riuscire a convincere gli elettori, anche se il sospetto di molti è che tutti i giochi si concluderanno con strette di mano tra l’11 e il 24 giugno, giorno del ballottaggio.