Parla l’Avvocato Dionisi ,il legale dei cinque indagati della casa famiglia Io Monello Mare,

L'avvocato Vincenzo Dionisi.
L’avvocato Vincenzo Dionisi.

Passa al contrattacco, l’avvocato Dionisi, legale dei cinque indagati della casa famiglia Io Monello Mare, che accusa apertamente chi ha fatto la denuncia per violenze sessuali e maltrattamenti, di aver ordito una vendetta nei confronti di chi gestiva la struttura. L’avvocato infatti, dopo che le ragazze allontanate dalla comunità di Santa Marinella, avevano riconfermato le accuse nelle audizioni di gennaio e di febbraio, intende chiarire alcuni fatti importanti a discolpa dei suoi assistiti dimostrando, con prove, che le giovani si incontravano spesso e parlavano attraverso facebook. “Dopo gli interrogatori a cui si sono sottoposti davanti al gip Chiara Gallo il dottor Fabio Tofi e i suoi collaboratori – dice l’avvocato Dionisi – sono emersi ulteriori elementi, anche documentali, i quali rafforzano la tesi della congiura e della vendetta perpetrate nei loro confronti. Infatti, nell’ordinanza emessa per la misura cautelare, contenente i fatti dei reati contestati e le motivazioni, si legge che “le dichiarazioni del gennaio e del febbraio 2015 sono state rese dopo che le due ragazze non erano più in contatto da tempo”. “Emerge però di contro una opposta verità – precisa il legale – intanto c’è da premettere che le ragazze erano state allontanate dalla comunità Monello Mare entro i primi sei mesi del 2014 e mandate, una in comunità a Manziana e l’altra a Roma. Quanto contenuto nell’ordinanza, dove si dichiara che le due giovani dal momento in cui sono state allontanata dal Monello Mare (primi 6 mesi del 2014) fino al momento in cui hanno rilasciato le dichiarazioni (gennaio e febbraio 2015) non avevano avuto più contatti tra loro, non corrisponde al vero e ampiamente smentito dai contatti attraverso i loro profili facebook dove risultano messaggi tra le stesse. Il 28 settembre 2014 una delle due cambia la sua immagine del profilo, mentre l’altra il 4 ottobre 2014 invia alle 10.15 un messaggio alla sua amica in cui dice “ma quanto pò esse bella mi sorella”. La prima quindi ringrazia del messaggio alle 10.20 dello stesso giorno l’amica con il disegno di un cuoricino. Ma c’è di più – incalza l’avvocato Dionisi – il 10 dicembre del 2014 sul profilo facebook di una delle due ragazze, appare una foto che le ritrae insieme sorridenti. Ricordo che le due giovani erano ospiti di due comunità distanti tra loro. Allora mi chiedo come è possibile che il 10 dicembre erano insieme e come hanno fatto ad allontanarsi dalle comunità dove risiedevano? – si domanda il legale – i responsabili delle due comunità erano a conoscenza che le due erano in contatto tra loro e che si frequentavano? Inoltre si nota anche un’altra immagine che mostra una delle due amiche che sta a Santa Marinella. Cosa faceva in quel posto quando invece doveva essere in comunità? Perché è venuta a Santa Marinella?. Perché gli operatori delle comunità hanno consentito alle ragazze di allontanarsi senza vigilare? Le ragazze quindi si sono sempre incontrate tacendo agli inquirenti questi particolari. E se i responsabili lo avessero taciuto per non rendersi responsabili di omessa vigilanza? “Dagli elementi che stanno emergendo – conclude l’avvocato Dionisi – traspare con forza l’ipotesi di un preordinato disegno destinato a ledere gli indagati. Comunque se confermare gli arresti domiciliari al dottor Tofi serve per avere più tranquillità per il proseguimento delle indagini a noi va bene lo stesso”.

 

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