I Siti Unesco del Lazio: un patrimonio da tutelare

Una foto di Villa Adriana a Tivoli.
Una foto di Villa Adriana a Tivoli.

Sono alcuni giorni che leggo (sia sui cartacei che on line) di fondi regionali finalizzati ai Siti UNESCO del Lazio. La cosa può solo farmi un enorme piacere in quanto  mi occupo, per mia “passione culturale”, dei Siti UNESCO non solo italiani  dal lontano 1980 quando rimasi affascinato dai petroglifi della Val Camonica (che ebbero l’imprimatur dell’UNESCO l’anno precedente) e qualcuno, forse azzardatamente,sostiene che di Essi sono un dignitoso esperto. I Siti UNESCO del Lazio, cosa che tutti possono verificare anche tramite internet cercando nella maniera giusta, sono (fra parentesi l’anno dell’investitura da parte dell’UNESCO di Patrimoni Mondiali dell’Umanità e del loro inserimento nella World Heritage List): “Centro storico di Roma, le proprietà extraterritoriali della Santa Sede nella città e la basilica di San Paolo fuori le mura (1980)”,   “Villa Adriana a Tivoli (1999)”,  “Villa d’Este a Tivoli  2001)”,  “Necropoli etrusche di Cerveteri e Tarquinia ( 2 luglio 2004)”. Come si può leggere quel luogo incantevole, che ben conosco, pieno di meravigliosa storia archeologica che è l’etrusca Vulci non ebbe il  prestigioso riconoscimento della famosa  Agenzia dell’ONU e quindi, secondo me, ma posso magari sbagliare, può ingenerare un pochino di  confusione citarla come tale. Va anche detto che lo stupendo Parco Archeologico di riferimento di questa Zona ( tutta prestigiosamente etrusca) viene citato come quello di “ Vulci-Canino” in quanto, una parte di esso, insiste sul territorio di Canino, altro comune del viterbese (delizioso anche lui come quello di Montalto di Castro a cui invece quel di  Vulci appartiene).

Cordiali Saluti

Arnaldo Gioacchini

Riceviamo e pubblichiamo

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