Un’Altra Città è Possibile: “Il Sindaco dovrebbe chiedere scusa per la Biblioteca.”

Paola Rocchi esponente di un'altra città è possibile
Paola Rocchi esponente di un’altra città è possibile

SANTA MARINELLA – “Sulla vicenda della biblioteca chiusa per lavori sin dall’aprile del 2012, il sindaco dovrebbe chiedere scusa ai cittadini, agli impiegati e agli utenti”. A dirlo sono Paolo Montaldo coordinatore della lista Un’Altra Città è Possibile e la consigliera Paola Rocchi. “Una ristrutturazione che doveva durare sei mesi per una spesa di seicento mila euro, è ferma esattamente da tre anni e costerà quasi un milione di euro. Invece della scuse, ieri abbiamo avuto l’ennesima foto in posa del sindaco davanti alla cosiddetta grande opera. Per ora, più che l’inizio dei lavori, quello che è successo ieri è semplicemente la consegna del cantiere alla nuova ditta, con le solite dichiarazioni del sindaco. Senza dirci quanto dovranno durare esattamente i lavori, che speriamo inizieranno a giorni, il sindaco è tornato a parlare di ostacoli tecnici e burocratici quando, come capo dell’amministrazione appaltante, ha permesso lui stesso che un rubinetto per l’acqua di cantiere fosse istallato da Acea dopo un anno e mezzo dalla richiesta, che le modifiche ad una scala si bloccassero per otto mesi. Tutto questo nessuno lo avrebbe tollerato a casa propria, ma il sindaco sì, lo ha tollerato per la biblioteca. Non si è mosso né con Acea, né con la Regione. A parte ciò, dovrebbe poi spiegare perché, al momento dell’assegnazione della ditta nel 2012, non ci si è assicurati sulla solidità economica dell’impresa. Una ditta non collassa in pochi mesi, se non ci sono già le premesse di difficoltà, che un Comune deve valutare con attenzione. Questa vicenda ci impone inoltre di tornare a segnalare la questione dell’ufficio lavori pubblici, a partire dalla situazione dei cantieri, che è sotto gli occhi di tutti. La strategia del sindaco di protestare sempre contro terzi per impedimenti burocratici e scherzi del destino, può ingannare solo gli ingenui, visto che chiaramente è una faccenda di gestione dell’ufficio e di assegnazione dei lavori. Dal 2010 l’ufficio lavori pubblici è gestito da responsabili assunti direttamente dalla giunta. Attualmente sono due, con la divisione delle competenze e la diminuzione delle risorse umane, collocate in altri settori. Perché un ufficio che gestisce le opere pubbliche e tutti gli impianti comunali, il cimitero, la manutenzione degli uffici e quelle di scuole sempre bisognose di lavori, si permette di impoverire la dotazione organica della struttura amministrativa che deve provvedere a tutto questo? Qual è il senso? A ciò si aggiunga che il professionista assunto di recente a gestire le grandi opere e tutte le questioni legate all’ambiente (compresa le gestione dei fossi) è presente in comune solo due giorni a settimana, coincidenti con quelli a sola apertura mattutina, senza cioè poter usufruire del personale in orario pomeridiano. Di fronte al disastro delle opere pubbliche, questa gestione del personale risulta difficile da interpretare, soprattutto se si considera l’ambizioso piano triennale delle opere pubbliche, tra cui tre milioni di euro che dovrebbero servire per una piazza ma che in realtà sarebbero spesi soprattutto per due piani di parcheggi coperti, una colata di cemento per ospitare macchine. E tutto questo mentre scuole vecchie richiedono continuamente manutenzione, e una piscina inaugurata tre anni fa attende lavori di ristrutturazione per 300 mila euro. Era già l’era Bacheca, quella dei nastri tagliati, delle opere non concluse o di quelle bisognose di manutenzione appena finite. Dal ponte di via Lazio, alla mensa della scuola Pirgus, che nel frattempo attende lavori di ristrutturazione. E’ costata 200 mila euro, conclusa nel maggio del 2010, a settembre aveva già problemi di infiltrazioni d’acqua. Ora sono previsti nuovi esborsi per l’amministrazione circa 30 mila euro per lavori che cominceranno in settimana”.

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