Santa Marinella. Commemorazione del 2 ottobre: evento locale per un problema nazionale

Alluvione del 1981: la curva sulla via Aurelia all'altezza del fosso dello Sciatalone

Alluvione del 1981: la curva sulla via Aurelia all'altezza del fosso dello Sciatalone
Alluvione del 1981: la curva sulla via Aurelia all’altezza del fosso dello Sciatalone

La giunta Bacheca si attira sempre forti critiche per ogni tipo di decisione, grande o piccola che sia, presa nel corso della sua attività: neanche la commemorazione per i morti dell’alluvione del 2 ottobre 1981 fa differenza. La causa scatenante? Un bollettino meteo che prevedeva forti piogge e la decisione di rimandare la cerimonia.

In un mondo dove Internet è la vera piazza virtuale con la quale sempre avere a che fare, la decisione, segnalata sul gruppo Facebook INFO@COMUNE, non è passata inosservata e sono subito scoppiate le prime polemiche. Capofila degli scontenti ovviamente l’amministratore dell’altro gruppo cittadino, controinfo@comune, in cui si riuniscono molte voci scontente per l’operato del Sindaco, indipendentemente dal colore politico.

In tutto questo però, come sempre, si tende a dimenticare la vera natura della commemorazione locale del 2 ottobre: l’incuria del territorio ha ucciso nel 1981 sei persone. Persone che non ci sono più, alcune giovanissime, uccise non tanto dall’acqua, ma dall’azione sconsiderata dell’uomo o dalla sua inazione una volta trasformato il territorio.

Solo l’anno scorso si sono vissuti momenti difficili, per fortuna senza vittime, ma con ingenti danni, causati dallo straripare dei fossi e dalle forti piogge.

Del resto pare ovvio che a fronte di alte temperature nel periodo estivo, si rischino forti piovaschi in quello autunnale: quel vapore da qualche parte dovrà pur avere uno sfogo.

Negli anni abbiamo visto un maggior abbandono dell’intero territorio nazionale, sicuramente a causa dei tagli imposti con la famigerata spending review voluta dal Governo Monti e in seguito mantenuta fino ai giorni nostri dagli altri due governi che lo hanno seguito. I cittadini, memori dei problemi vecchi e nuovi (fossi “tombati”, costruzioni a ridosso degli stessi fossi, incuria dei tratti più lontani dall’abitato dei corsi d’acqua), già iniziano a preoccuparsi: fioccano le foto su Internet di fossi pieni di piante e canne o di alberi abbandonati in aree poco raggiungibili e spesso dimenticate del territorio santamarinellese. Eppure dalla giunta in questi giorni non viene alcuna voce in merito alla situazione idrogeologica di Santa Marinella: un silenzio che a qualcuno genera preoccupazione.

In realtà questo stato di cose è presente in tutta Italia: Santa Marinella non è un’eccezione, ma, paradossalmente, è la regola. Da nord a sud si leggono notizie di incurie simili in tutto il territorio nazionale: in parte è sicuramente dovuto alle difficoltà ad ottenere fondi da parte dei comuni interessati da spendere per i lavori di manutenzione, ma dall’altra sembra anche mancare la volontà di imporre decisioni politiche agli organi amministrativi, i quali invece, seguendo iter burocratici, spesso farraginosi e lenti, impiegano mesi per avviare anche la manutenzione ordinaria. Del resto pare ovvio che non sia necessario che sia il sindaco di una qualsivoglia città a dover far sapere agli impiegati comunali che i fossi vanno puliti tutti gli anni. Eppure è proprio questo ciò che succede: che siano l’asfaltatura delle strade o la pulizia dei parchi, l’ente non muove un dito se il politico non lo sollecita, demandando un’azione ordinaria di manutenzione della cosa pubblica a chi, di fatto, è un rappresentante a tempo e non certo un burocrate.

Come andrà a finire quest’anno? Incrociando le dita, speriamo che, memori dei disastri dell’anno passato, ci si muova per tempo per evitare un’altra alluvione. Nel frattempo però bisognerà aspettare il sole dopo il week-end per commemorare i caduti della nostra città.

C.L.

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