Intervista alla Senatrice Monica Cirinnà

Sede Pd S. Marinella Senatrice Cirinnà, On. Marietta Tidei, Aldo Carletti

Sede Pd S. Marinella Senatrice Cirinnà, On. Marietta Tidei, Aldo Carletti
Sede Pd S. Marinella Senatrice Cirinnà, On. Marietta Tidei, Aldo Carletti

Ieri pomeriggio presso la sede del Partito Democratico di Santa Marinella e Santa Severa si è svolto il primo dei meeting in programmazione, su uno dei temi che ha fatto parlare l’Italia intera, dal titolo “Le Unioni Civili, dalla famiglia alle famiglie” . Ospite eccezionale del primo incontro in città, la Senatrice Monica Cirinnà,  relatrice della omonima legge che ieri pomeriggio insieme all’Onorevole Marietta Tidei e  l’Onorevole Michela Califano, Consigliera dell’Area Metropolitana e il segretario di sezione Aldo Carletti e Andrea Bianchi, ne hanno discusso e fatto chiarezza insieme a molti cittadini di Santa Marinella e non solo. Spiegano i referenti di zona, che d’ora in poi “ci saranno incontri con cadenza mensile, che serviranno ad affrontare temi di importanza nazionale e discuterne con i relativi protagonisti, come è successo ieri pomeriggio e per poi dibattere con la cittadinanza, per rendere più comprensibile il lavoro che sta svolgendo il Partito Democratico all’interno del Senato e del Parlamento”.

 Ieri sera difronte una platea partecipata, la Senatrice Cirinnà, ha spiegato tutto l’iter che ha dovuto affrontare per poter portare in Senato questa legge così utile quanto discussa, e alla nostra domanda sul perchè secondo lei questa legge abbia creato tutto queste polemiche risponde:“Quando ho redatto la legge completa – ha spiegato la Senatrice- ho capito e sentito dentro me che vista l’ostruzione e i doppi giochi che ci sono nei palazzi del potere, la legge non sarebbe mai passata totalmente e che sarebbe stata bloccata o frammentata”.
“Ho voluto e lavorato molto -prosegue- affinché a tutte le coppie di fatto e famiglie di ogni genere, venissero garantiti i diritti necessari per il loro riconoscimento e che oggi per fortuna abbiamo ottenuto almeno in Senato”.
 Un cammino che secondo la Senatrice, porterà il nostro Paese al passo con il resto d’Europa: “Il modello a cui ci siamo ispirati è quello tedesco – spiega – sono andata avanti con l’iter legislativo per portare finalmente l’Italia al pari degli altri stati europei, inoltre ho dovuto tagliare fuori dalla legge la Step adoption, viste le non poche discussioni che si sono create in merito al Senato da parte dell’opposizione e non solo”.  Un lavoro duro per poter rendere l’Italia un Paese più completo e al passo con i tempi: “Credo – prosegue la Senatrice-  che ci sia un grosso problema culturale nel nostro Paese, abbiamo piccoli partiti identitari che si arroccano su supposizioni ideologiche che non vanno avanti, quindi noi dobbiamo capire come colmare quella distanza culturale all’interno del nostro Paese”, e un piccolo sassolino dalla scarpa la senatrice Cirinnà se lo toglie: “Purtroppo abbiamo visto proprio in merito a questa legge,  quanto ostruzionismo abbiamo avuto da parte di senatori come Giovanardi, oppure   Vacca o lo stesso Napolitano, comunque – aggiunge – non è che le radici di sinistra siano meno ideologiche o omofobe dall’opposizione stessa, quindi dobbiamo solo riempire questo buco dei diritti o buco culturale , con una sana quotidianità, che è quella di tutti i ragazzi e le ragazze formeranno le unioni civili”.
Secondo la senatrice Cirinnà, il problema del nostro Paese, nel riconoscere più difficilmente rispetto ad altri paesi altre realtà culturali, è da far risalire al nostro “ombelico legato allo stato Vaticano che fa un’ombra enorme e che – aggiunge – addirittura ha il potere di far dire in Senato se le votazioni debbano essere segrete o meno, e questo non è più accettabile”.

“Ci saranno sempre questioni identitarie” prosegue “ed il nostro partito dovrà essere coraggioso e guardare avanti”.  Ma non è solo il Pd a dover cercare di cambiare le cose:” credo – conclude la Senatrice Cirinnà- che ognuno di noi possa cambiare il Paese, come gli insegnanti, i lavoratori delle aziende statali, le nonne che danno l’esempio, insomma tutti noi  secondo me, la cultura cambierà”. “Non possiamo fermarci – conclude – dobbiamo presentare la legge sull’omofobia che è impantanata in commissione al Senato, io me lo rivedo Giovanardi che ricomincerà la sua battaglia sull’omofobia, ma per fortuna abbiamo un piccolo gruppo di parlamentari accaniti e laici che non molleranno”.

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