Presentato il Piano Strategico del Turismo 2017-2022.

Nella foto la fila dei visitatori davanti ai Musei Capitolini.

Nella foto la fila dei visitatori davanti ai Musei Capitolini.

Il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini ha presentato in Consiglio dei Ministri il Piano Strategico del Turismo 2017-2022. PST che delinea lo sviluppo del settore nei prossimi sei anni, ciò al fine di rilanciare la leadership italiana sul mercato turistico mondiale. Il Piano era stato già approvato all’unanimità, in seduta plenaria, dal Comitato Permanente per la promozione del turismo e dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano. Tale documento, seguendo poi l’iter normativo previsto, è stato trasmesso alle commissioni parlamentari di Camera e Senato per il relativo parere. Nel presentare il Piano Franceschini ha inteso sottolineare come il turismo sostenibile e di qualità sia al centro dell’azione di governo e come nel 2016 si sia registrato un aumento del 4,3% in più di arrivi internazionali con oltre 60 milioni di visitatori provenienti dall’estero. Dice Franceschini: “Un documento di svolta che rafforza l’idea di Italia come museo diffuso e, proponendo anche nuove destinazioni,individua nel turismo, sostenibile e di qualità, uno strumento di policy per il benessere economico e sociale di tutti”. Franceschini, ha anche aggiunto: “ I dati del 2016 sono molto positivi: gli arrivi internazionali sono cresciuti del 4,3% e anche per il 2017 si conferma un trend di crescita superiore al 4%. Per i principali centri di ricerca gli arrivi internazionali nel 2016 sono stati abbondantemente superiori ai 60 milioni. Il Piano permette di delineare le azioni concrete per governare in maniera intelligente e sostenibile la crescita del turismo in Italia nei prossimi anni”. Va senz’altro sottolineato come si tratti di un piano partecipato e condiviso al fine di un rilancio economico del settore. Un Piano Strategico del Turismo non certo “calato dall’alto” ma bensì elaborato dal mondo del turismo condividendo gli orientamenti per un periodo di sei anni e i principali obiettivi e linee di intervento funzionali al raggiungimento della visione proposta. Un Piano di primissimo ordine e qualità che sarà attuato attraverso revisioni biennali e la predisposizione e l’attuazione di piani annuali. In 100 pagine sono delineate le priorità per valorizzare un settore che vale 171 miliardi di euro, pari all’11,8% del Pil e al 12,8% dell’occupazione, attraverso 13 obiettivi specifici, 52 linee di intervento, racchiuse in  4 obiettivi fondamentali: diversificare l’offerta turistica, innovare il marketing del brand Italia, accrescere la competitività e migliorare la governante del settore. Altri punti fermi del Piano sono: rivoluzione digitale, adeguamento della rete infrastrutturale, riduzione degli oneri burocratici e fiscali, miglioramento della quantità e qualità dell’occupazione, semplificazione del sistema normativo. Particolare attenzione va alla diversificazione delle mete turistiche per indirizzare i flussi turistici verso territori ricchi di potenzialità ancora inespresse, quali aree rurali, piccole e medie città d’arte, parchi naturali e marini. Tutto all’insegna della sostenibilità ambientale e culturale.  Il documento promuove una visione declinata in quattro macrobiettivi: A. Innovare, specializzare e integrare l’offerta nazionale: realizzazione, in collaborazione con le Regioni, del primo Catalogo dei prodotti e delle destinazioni italiane. Progetti innovativi di formazione delle guide del patrimonio storico e culturale con gli attrattori enogastronomici. Creazione di forme di percorrenza alternative (vie e cammini). Potenziamento dell’attrattività del sistema dei Siti Unesco e delle città della cultura. Incentivi alla fruizione responsabile di contesti paesaggistici diffusi anche attraverso il recupero a fini di ricettività di qualità del patrimonio demaniale dismesso quali fari, case cantoniere e stazioni. Trasformazione dei grandi “landmark” italiani del turismo balneare e delle grandi città d’arte in “porte di accesso” ad altri territori emergenti, dalla grande capacità attrattiva ancora non espressa. B. Accrescere la competitività del sistema turistico: intermodalità tramite collegamento dei nodi dell’AV  (le Frecce) con le destinazioni di città d’arte tramite trasporto su gomma; valorizzazione delle ferrovie storiche in percorsi turistici; rifinanziamento del tax credit ristrutturazione per i prossimi tre anni; semplificazione e armonizzazione del sistema normativo; promozione dell’innovazione e della digitalizzazione. C. Sviluppare un marketing efficace e innovativo in collaborazione con Enit con il progetto “Porte d’Italia” che valorizza gli hub di ingresso al paese tramite strumenti di comunicazione, tra cui il WIFI unico nazionale. Particolare attenzione sarà dedicata alla valorizzazione dei Siti Unesco, grazie anche ad alcuni gemellaggi con i siti cinesi. D. Realizzare una governance efficiente e partecipata per elaborare il Piano e le politiche turistiche:realizzazione di cruscotti previsionali con utilizzo di Big Data di andamento del settore, in accordo con Istat, Regioni e Enit. Le azioni previste dal Piano si basano su tre principi trasversali, declinati in ogni ambito:sostenibilità, innovazione e accessibilità.

Arnaldo Gioacchini

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